Abbiamo perso la leggenda del Dressage di tutti i tempi, il Riding Master George Theodorescu. È stato stroncato all’età di 81 anni da un colpo fatale.
Il “GURU” del Dressage Mondiale era nato in Romania il primo Ottobre 1925. Ha gareggiato nel 1956 alle Olimpiadi di Stoccolma sotto i colori della bandiera del suo paese natio. A 31 anni comincia una nuova vita in Germania, da rifugiato politico. Nel nuovo paese trovò amici, ispirazione, educazione e successo: Mr Theodorescu entra nella leggenda del dressage come trainer e coach soprattutto come grande maestro contemporaneo della nobile arte. La scuderia di Theodorescu –Gestuet Lindenhof- in Westphalia è considerata la Mecca per i cavalieri di tutto il mondo. Uomo coltissimo, padre amorevole e marito dolcissimo, parlava correntemente cinque lingue ed il suo amore per la musica, la letteratura e le arti si allinea perfettamente con il suo amore per i cavalli. Nel 1996 fu onorato per meriti sportivi con il “German Golden Rider Cross” e nel 2005 ha ricevuto il Titolo di Riding Master. La “sua “migliore allieva è Monica, figlia ed eccezionale amazzone, tre ori Olimpici a squadra in sella a Ganimedes e Grunox, prodotti dell’allevamento Tedesco e della tecnica Theodorescu. A quanti gli chiedevano quale fosse il momento più bello della sua lunga carriera, George rispondeva: “ 1981 ad Hamburg.” Papà Theodorescu vinceva il Men’s Derby e Monica the Ladies.
Non cercherò minimamente di racchiudere la saggezza, lo spirito e i metodi di George in questa pagina commemorativa. Non ci provo neanche perché la sua grandezza è incommensurabile. Il ricordo più tenero di Mr Theodorescu accomuna molti suoi allievi: il grande trainer, in un angolo dell’arena da dressage, seduto o in piedi, con la sua frusta lunga a battere il tempo, a richiamare alla regolarità di ritmo e cadenza , a dispensare perle di saggezza e pezzettini di carote. Molte carote, parte integrante della training session, piccolo emblema di gratitudine, di rinforzo, strategia atta a captare collaborazione e affetto tra uomo e cavallo. Un “uomo tranquillo”, come pochi, paziente, determinato, saggio, semplice, consapevole del limite di non sapere mai fino in fondo, di non avere tutte le risposte prestabilite di fronte ad un cavallo: essere cangiante, essere intelligentissimo e sensibilissimo. Non dimenticherò –mai- il suo modo di parlare o di raccontarsi: rapido, sintetico, conciso, preciso con l’uso di molti esempi tratti dalla semplice vita quotidiana. Razionale e sensibile al contempo, senza mezze misure, come nella disciplina del dressage. A modi “flash-back” del Caro George, rileggo con piacere alcuni passi di una intervista che ho personalmente molto amato e quasi imparato a memoria. Oltre quello che viene detto c’è come un soffio leggero, l’anima bella di un grande uomo di cavalli… Quale è la tua motivazione di trainer ( addestratore) ? “ cominciare da un cavallo giovane, allevarlo e vedere cosa può fare. Questo è ciò che conta di più. Se vuoi creare qualcosa come un artista, tu devi prendere un cavallo giovane, vergine e plasmarlo e modellarlo come una scultura tutta tua. Non mi interessa lavorare su cavalli addestrati da altri. C’è una bella differenza. Dopo tutto , se Tu non sai dipingere, compri un quadro, non pensi di farlo da Te!” La competizione è la parte più importante di questo ragionamento? “ Certo. Tutti sono campioni a casa!” Alcuni sostengono che sia molto difficile addestrare le cavalle. Quale è la sua opinione? Molte persone non sanno aspettare e dare tempo alle cavalle. Non è il sesso del cavallo a renderlo difficile. Ci sono tanti cavalli femmina buoni in dressage, salto ad ostacoli e completo. E’ opinione comune che lavorare con il castrone sia più facile…ma chi lo ha detto? Come dire che le donne sono più adatte degli uomini nel dressage e via dicendo. Sono contrario alle conclusioni frettolose ed affrettate. E’ questione di logica e di casistica specifica!” Ci descrive la sua filosofia di trainer e rider? Ogni cosa nell’arte equestre è dettato dalla logica. Tutti i movimenti se ragionati, meditati e elaborati con logica diventeranno più facili al cavaliere. Pensare perché una appoggiata sia irregolare, il cavaliere deve pensare dove il cavallo deve essere maggiormente in equilibrio per permettere al posteriore esterno di incrociare. Se ragioni, scopri sempre l’errore! Se il cavaliere presenta imprecisioni di assetto, il cavallo troverà davvero difficile eseguire ciò che il cavaliere vuole. Se il cavallo va a destra ed il cavaliere va a sinistra…. Povero cavallo!” “il cavallo è così generoso, il miglior amico di vita che potremmo desiderare. Loro sono nati innocenti. Non è di certo colpa sua se gli capita di “non voler fare qualcosa”. Io non credo a quanti dicono che un cavallo ha problemi di temperamento o un brutto carattere. Un bambino non è nato ladro o killer. Qualcosa è accaduto nel passato, una esperienza ha segnato la loro vita per cui non possono fare altrimenti. Lo stesso capita per i cavalli.” “ dobbiamo essere grati ai cavalli. Essi ci hanno accompagnato nei nostri viaggi e nella nostra storia più antica. Prima dei treni, delle automobili e degli aeroplani attraverso neve, vento e pioggia sono stati l’unico strumento di viaggio che l’uomo abbia mai avuto. Oggi voliamo su Marte, ma prima senza il loro aiuto non avremmo potuto fare niente.” “ i cavalli non dicono –no- io credo di aver capito che ci dicono – è troppo!- se tu chiedi troppo ad un cavallo e lui non è in grado di farlo, il modo migliore e più facile è chiedere con logica e scoprire perché non riesce a farlo: la ragione c’è sempre, magari semplicissima ma se non ci ragioni allora è tutto più difficile.” “ bisogna riconoscere il limite. Se versi caffè o vino in una tazza o in un bicchiere e questo fuoriesce, significa che ce n’è troppo. Non è colpa del bicchiere o della tazza se non riesce a contenerlo, l’errore è tuo perché ne hai versato più di quanto il recipiente possa contenerne. “ Allora il suo esempio di “ versare troppo” può essere un monito per riconoscere il limite delle cose? Certo. Io credo che molte persone non hanno pazienza, come forse il cavallo non ha talento. Il professore di musica può insegnare all’allievo che ha la voce, non a quello che non ce l’ha. Come un insegnante di musica bisogna avere pazienza ed un metodo graduale. Ma se un cavallo è senza livello significa che ha dolore da qualche parte. Se ha rigidità, non potrà cercare di fare il suo meglio. È nostra responsabilità rendere il cavallo felice, e se ha dolore un cavallo non può essere felice. Bisogna inquadrare le cose dalla parte del cavallo come se fosse uno di noi. Se un tuo amico ha mal di testa, tu cerchi di aiutarlo a farlo stare meglio, non inizi a saltargli attorno facendo molto rumore! Se tu AMI i cavalli, tu puoi scoprire tutto ciò che li riguarda. Loro possono parlarti perché Tu li capisci. Il mio scopo, il mio obiettivo, il mio impegno quotidiano lavorando con i cavalli è parlare e scoprire la loro interiorità, anche i loro problemi. Lei pensa che alcuni cavalli, come le persone, siano bravi “attori”? Si. Ci sono cavalli che hanno la dote di presentarsi in concorso come un attore sul palco. Ci sono cavalli da corsa che “vogliono “ vincere. E ce ne sono altri che vogliono andare a casa!!!! Non tutti i cavalli hanno la stessa attitudine.”
“ The horse is always Your friend”. (G. Theodorescu)
Giulia Iannone |